A chi tocca tinteggiare casa a fine contratto? Sono molte le problematiche legate ai contratti di locazione: ad esempio c’è chi propone l’affitto in nero (che comporta grossi rischi legali sia per inquilino che proprietario), chi si lamenta del canone di locazione troppo alto e chi esige una maggior manutenzione dell’immobile da parte del proprietario. Ma una delle questioni che più frequentemente sorgono in materia di contratti di locazione riguarda la tinteggiatura dell’immobile.
Alle volte questo adempimento diventa motivo di litigio tra proprietario e inquilino: il proprietario, prima di lasciare l’appartamento, pretende che l’inquilino si occupi di tinteggiarlo, così come lo aveva lasciato al momento della consegna. E non sono rari i casi in cui il proprietario dell'appartamento pretenda la ritinteggiatura, pena il trattenimento del deposito cauzionale per destinarlo alla tinteggiatura. Quel che è certo è che il momento della disdetta di un contratto può non essere tra i più felici se proprietario e inquilino non si mettono d’accordo.
Ma come stanno effettivamente le cose e chi deve pensare alla tinteggiatura delle pareti di casa alla fine del contratto di locazione? Tocca al proprietario? O forse all’inquilino?
I documenti a cui pensare quando si redige un contratto di locazione sono tanti: vanno ad esempio indicati tutti i dati catastali dell’immobile, ben precisi e completi, entrando nel dettaglio di tutti i dati catastali, contenuti all’interno della visura catastale. Ma è anche necessario inserire nel contratto di locazione una clausola con la quale il conduttore dichiara di aver ricevuto le informazioni e la documentazione relativa all’APE, l’Attestato di Prestazione Energetica.