Chi registra il contratto di locazione
A seguito dell’approvazione della legge di Stabilità 2016, spetta al proprietario la registrazione del contratto di locazione e versare l’imposta di registro. Per legge la registrazione del contratto deve essere fatta entro 30 giorni dalla data di stipula. Una volta registrato il contratto, il proprietario dovrà comunicarlo all’inquilino, oltre che all’eventuale amministratore di condominio per aggiornare il Registro di anagrafe condominiale.
Modello per la registrazione del contratto di locazione
I documenti necessari alla registrazione del contratto di locazione sono i seguenti:
- Modello RLI (Registrazione Locazioni Immobili) firmato dal locatore con eventuale firma per la cedolare secca se convenuta.
La registrazione telematica permette di pagare immediatamente anche le imposte di bollo e di registro.
Costi di Registrazione del Contratto di Locazione
I costi di registrazione del contratto locazione variano in base al tipo di immobile e al contratto. Entrando nel dettaglio, sono 2 i costi relativi alla registrazione:
Imposta di Registro
L'imposta di registro varia a seconda del tipo di fabbricato affittato:
- Fabbricati a uso abitativo: 2% del canone annuo moltiplicato per il numero delle annualità;
- Fabbricati strumentali per natura: 1% del canone annuo, se la locazione è effettuata da soggetti passivi Iva e 2% del canone, negli altri casi;
- Fondi rustici 0,50% del corrispettivo annuo moltiplicato per il numero delle annualità;
- Altri immobili: 2% del corrispettivo annuo moltiplicato per il numero delle annualità.
Imposta di Bollo
- 16 euro ogni 4 facciate scritte del contratto, o comunque ogni 100 righe
Quando pagare l’imposta di registro
L’imposta di registro può essere pagata annualmente o in un’unica soluzione all’inizio del contratto.
Contratto di locazione con cedolare secca
Se il locatore è una persona fisica che non agisce per fini professionali, al momento della registrazione del contratto si può scegliere per l’applicazione dell’imposta sostitutiva sui canoni di locazione, anche detto “contratto di locazione con cedolare secca“. La cedolare secca consiste nell’applicare un’aliquota fissa al canone annuo di locazione, in sostituzione dell’Irpef, dell’imposta di registro e dell’imposta di bollo. Con il regime della cedolare secca si può beneficiare di una tassazione agevolata con due aliquote:
- cedolare secca al 10% per contratti a canone concordato in tutti i Comuni d’Italia, per contratti d’affitto a studenti universitari e nei Comuni in cui vi sono state calamità naturali;
- cedolare secca al 21% per contratti d’affitto a canone libero.
Con la Manovra 2024 in ambito casa è arrivata una cedolare secca più cara per gli affitti brevi ma solo se gli immobili sono più di due. In particolare, se è concesso in locazione breve un solo immobile, l’aliquota è pari al 21 per cento; se sono concessi in locazione breve più immobili, su uno (a scelta del contribuente) si applica l’aliquota del 21% mentre sugli altri si applica il 26 per cento. Se le unità concesse in locazione breve sono più di quattro l’attività si intende svolta in forma imprenditoriale e, quindi, nessuna cedolare secca può essere applicata