Assegno unico universale per i figli: Cos’è e Come funziona

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L'assegno unico per i figli consiste in una quota mensile che verrà data a ciascun figlio, dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni.

Una partenza in due fasi

L’Assegno unico figli partirà per fasi e, come dichiarato dal Premier Draghi, da luglio 2021 entrerà in vigore una misura-ponte di 6 mesi solo per chi attualmente non percepisce gli assegni familiari, ovvero partite IVA e disoccupati.

Una partenza in due fasi, quindi, per l’entrata in vigore dell’assegno universale, che dal 2022 verrà esteso a tutti gli altri lavoratori.

L’assegno unico universale che vedrà la luce nel 2022 concentrerà in un’unica soluzione i vari aiuti: dal bonus bebè, al bonus mamma domani, fino agli ANF. L’assegno unico si sostituirà alle misure frammentate presenti ad oggi in Italia. 

Dal 7° mese di gravidanza e fino ai 21 anni di età del figlio, le famiglie avranno diritto ad un assegno economico calcolato in base al valore dell’ISEE del nucleo familiare e all’età del figlio.

Assegno unico figli 2021, a chi spetta?

L’assegno unico familiare consiste in un assegno mensile rivolto a tutte le famiglie che hanno un figlio fino a 21 anni a carico. Nello specifico, potranno ottenere l’assegno:

  • i cittadini italiani o di uno Stato membro dell’Unione europea, o suo familiare, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero di uno Stato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o del permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno annuale;
  • i soggetti tenuti al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;
  • i residenti e domiciliati in con i figli a carico in Italia per la durata del beneficio;
  • i residenti in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, ovvero titolari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno biennale.

Il beneficio è previsto non solo per i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, ma anche per gli autonomi e gli incapienti - due categorie finora escluse. 

L’assegno mensile verrà riconosciuto per ciascun figlio minorenne a carico, dal 7° mese di gravidanza e fino all’età di 21 anni. L’importo dell’assegno è maggiorato per i figli successivi al secondo.

Dai 18 anni di età, inoltre, è prevista la possibilità di erogazione direttamente al figlio maggiorenne, su sua richiesta, per favorirne l’autonomia, se:

  • è iscritto all’università;
  • è un tirocinante;
  • è iscritto a un corso professionale;
  • svolge il servizio civile;
  • svolge un lavoro a basso reddito.

Assegno unico per i figli: l’importo dell’assegno

Il disegno di legge delega approvato in Senato il 30 marzo 2021 non fissa gli importi dell’assegno unico, ma esclusivamente i criteri che guideranno la messa a punto dei provvedimenti attuativi. L’importo mensile dell’assegno riconosciuto per ciascun figlio è quindi ancora tutto da definire.

Il sostegno avrà un valore massimo di 250 euro: nella cifra confluiscono una parte fissa e una variabile, legata al reddito complessivo della famiglia. Quindi le famiglie meno abbienti riceveranno di più, mentre le più ricche avranno solo una quota base, ed è per questo che è stato definito come strumento 'progressivo'.

L’importo, nella sua parte variabile, sarà modulato in base all'Isee e diviso in parti uguali tra i genitori. Inoltre, le famiglie in cui sono presenti figli disabili avranno diritto a una maggiorazione che va dal 30% al 50%  rispetto all’importo base e verrà riconosciuto un assegno maggiorato anche a favore delle madri under 21.

Secondo quanto previsto dal Family Act, l’importo dell’assegno unico dovrà essere strutturato secondo i seguenti parametri:

  • un assegno universale di importo minimo, riconosciuto a tutte le famiglie con figli fino a 18 anni (elevabile fino a 21 anni);
  • una maggiorazione variabile determinata per scaglioni dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE);
  • in caso di figlia o figlio successivo al secondo, l’importo dell’assegno universale è maggiorato del venti per cento;
  • è riconosciuto a decorrere dal settimo mese di gravidanza;
  • l’importo dell’assegno tiene conto dell’età dei figli a carico;
  • l’assegno universale è incrementato per ciascun figlia o figlio con disabilità, ai sensi dell’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104;
  • è riconosciuta una integrazione compensativa dell’importo dell’assegno diretta ad assicurare che lo stesso non risulti in ogni caso inferiore a al trattamento complessivo in quello in godimento al nucleo familiare.

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