Bonus mobili: ecco come arredare casa con il 50% di sconto

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La detrazione Irpef del 50% è possibile in caso di lavori edilizi. Ecco tutte le regole e le accortezza per non perdere quest'interessante opportunità.

Vuoi arredare casa senza troppe spese? Anche per il 2023 potrai acquistare mobili e grandi elettrodomestici per arredare casa, a patto che siano stati avviati lavori di ristrutturazione edilizia, sfruttando una detrazione Irpef del 50% su un massimo di 10mila euro di spesa, da spalmare in dieci anni. Nella pratica, potrai recuperare fino a cinquecento euro l'anno: servirà indicare in dichiarazione dei redditi (730 o Modello redditi) le spese sostenute per gli acquisti. 

La misura ha già suscitato grande interesse gli scorsi anni, e anche per il 2023 la misura è interessante, seppur ridotta a8mila euro per il 2023 e il 2024.

Chi può accedere alla detrazione

Potrà beneficiare del Bonus Mobili chi entro il 31 dicembre 2024 acquista mobili ed elettrodomestici nuovi (di classe non inferiore classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori) avendo realizzato interventi di ristrutturazione edilizia a partire dal 1° gennaio dell'anno precedente a quello dell'acquisto dei beni. E dunque, l'avvio dei lavori di ristrutturazione deve essere antecedente all'acquisto di mobili ed elettrodomestici (ma non necessariamente i pagamenti dell'impresa edile): questo fatto si può provare attraverso le abilitazioni amministrative o con le comunicazioni obbligatorie previste dalle norme edilizie. Se si trattasse di lavori che non le prevedono, si può fare una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà.

Quali lavori per accedere alla detrazione

L’Agenzia delle Entrate ha elencato quali sono gli interventi edilizi necessari per avere la detrazione sul successivo acquisto di mobili ed elettrodomestici.

  • manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su singoli appartamenti (ad esempio installazione di ascensori e scale di sicurezza, realizzazione dei servizi igienici, sostituzione di infissi esterni con modifica di materiale o tipologia di infisso, rifacimento di scale e rampe, realizzazione di recinzioni, muri di cinta e cancellate, costruzione di scale interne; sostituzione dei tramezzi interni senza alterazione della tipologia dell'unità immobiliare, installazione di stufa a pellet o a biomasse, installazione di impianto a pompa di calore). I lavori di manutenzione ordinaria su singoli appartamenti (per esempio, tinteggiatura di pareti e soffitti, sostituzione di pavimenti, sostituzione di infissi esterni, rifacimento di intonaci interni) non danno diritto al bonus;
  • ricostruzione o ripristino di un immobile danneggiato da eventi calamitosi, se è stato dichiarato lo stato di emergenza
  • restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia, riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie che entro 18 mesi dal termine dei lavori vendono o assegnano l'immobile
  • manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su parti comuni di edifici residenziali (Esempi di manutenzione ordinaria: tinteggiatura pareti e soffitti; sostituzione di pavimenti; sostituzione di infissi esterni; rifacimento di intonaci; sostituzione tegole e rinnovo delle impermeabilizzazioni; riparazione o sostituzione di cancelli o portoni; riparazione delle grondaie; riparazione delle mura di cinta. Esempi di ristrutturazione edilizia: modifica della facciata; realizzazione di una mansarda o di un balcone; trasformazione della soffitta in mansarda o del balcone in veranda; apertura di nuove porte e finestre; costruzione dei servizi igienici in ampliamento delle superfici e dei volumi esistenti. Esempi di restauro e risanamento conservativo: adeguamento delle altezze dei solai nel rispetto delle volumetrie esistenti; ripristino dell'aspetto storico-architettonico di un edificio).

Massimali della spesa

I massimali della spesa per i mobili o gli elettrodomestici (10mila euro per quest'anno, 5mila per i prossimi due) sono indipendenti da quanto si è speso per i lavori di ristrutturazione: la detrazione del 50% vale sempre. C'è poi da ricordare che il limite massimo di spesa riguarda la singola unità immobiliare, comprensiva delle pertinenze, o la parte comune dell'edificio oggetto di ristrutturazione. Se quindi la stessa persona sta facendo lavori di ristrutturazione su diversi immobili, matura diversi bonus mobili: uno per ogni appartamento o edificio oggetto di lavori.

Il bonus spetta unicamente al contribuente che usufruisce della detrazione per le spese di intervento di recupero del patrimonio edilizio. 

Quali beni sono incentivati

  • Mobili nuovi: letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, materassi, apparecchi di illuminazione. È escluso l'acquisto di porte, pavimentazioni (per esempio, il parquet), tende e tendaggi, altri complementi di arredo.
  • Elettrodomestici nuovi di classe energetica non inferiore alla classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori, come rilevabile dall'etichetta energetica. L'acquisto è comunque agevolato per gli elettrodomestici privi di etichetta, a condizione che per essi non ne sia stato ancora previsto l'obbligo. Esempi: frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavasciuga e asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi per la cottura, stufe elettriche, forni a microonde, piastre riscaldanti elettriche, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento.

Anche le spese di trasporto e montaggio possono essere incluse nella detrazione. 

Pagamenti e documenti da conservare

Per avere la detrazione bisogna pagare con bonifico (ma non è necessario quello specifico per le spese di ristrutturazione) o carta di debito o credito. Vietati quindi assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento. La detrazione è ammessa anche se i beni sono acquistati con un finanziamento a rate, a condizione che la società che eroga il finanziamento paghi il corrispettivo con le modalità trasparenti appena elencate e il contribuente abbia una copia della ricevuta del pagamento. 

Tra i documenti da conservare: ricevuta del bonifico, ricevuta di avvenuta transazione (per i pagamenti con carta di credito o di debito), documentazione di addebito sul conto corrente, fatture di acquisto dei beni, riportanti la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti.

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