Come rinunciare all’eredità e quando conviene

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Con la rinuncia all'eredità si dichiara di non volerla accettare. Ma per farlo bisogna rispettare alcune condizioni e tempi, oltre al pagamento di alcune spese.

Ricevere l’eredità non sempre è un vantaggio. Non si ereditano solo i crediti (casa, risparmi, auto) del defunto, ma anche i debiti (mutuo, debiti tributari come bollo auto, canone Rai, Irpef non pagata). Se però i debiti del defunto sono superiori ai suoi crediti, l’eredità non è più così conveniente. Per questa ragione, prima di accettare l’eredità, ognuno dovrebbe fare alcune valutazioni sulla situazione economica del defunto e analizzare se accettare l’eredità oppure rinunciare.

Perché rinunciare all’eredità

L’eredità non andrebbe accettata a scatola chiusa, ma sarebbe da valutare la situazione economica del defunto, il suo patrimonio attivo e passivo. Generalmente, la rinuncia avviene se l’eredità è gravata da debiti che non ci si vuole addossare. 

Per valutare il patrimonio attivo, con una visura catastale è possibile conoscere i dati reddituali degli immobili di proprietà del defunto nonché quelli grafici dei terreni e dei fabbricati. Sarà utile anche recarsi presso la banca dove il defunto aveva il proprio conto corrente, chiedendone lo sblocco oltre alla consegna della documentazione necessaria per accertare la consistenza di un’eventuale liquidità. La stessa procedura va seguita se il defunto era titolare di un libretto di risparmio, di titoli, di fondi comuni o di una polizza vita.

Per valutare il patrimonio passivo, va chiesto un estratto di ruolo all’Agenzia delle Entrate-Riscossione per verificare la presenza di debiti. In questo documento, vengono riportate le eventuali cartelle esattoriali notificate al defunto, complete dei singoli importi e delle causali di pagamento.

Come rinunciare all’eredità

rinuncia eredità

La rinuncia all’eredità va effettuata tramite una dichiarazione al:

  1. Notaio, oppure
  2. Cancelliere del Tribunale del circondario in cui si è aperta la successione.

La dichiarazione, una volta resa, viene registrata a cura del cancelliere o del notaio e inserita nel registro delle successioni.

Questo impedisce l’ingresso nel patrimonio dei diritti derivanti dall’eredità, rimanendo del tutto estraneo alla successione con la conseguenza che gli eventuali creditori del defunto non potranno rivalersi per il pagamento dei debiti ereditari. 

Documentazione per la rinunciare eredità e costi 

Per rinunciare all’eredità è necessario presentare i seguenti documenti:

  • la carta d’identità e il codice fiscale del dichiarante;
  • il codice fiscale del defunto;
  • una copia conforme del testamento, se presente;
  • il certificato di morte;
  • la nota di iscrizione a ruolo;
  • se ci sono minori, tutelati o amministrati, una copia conforme dell’autorizzazione del giudice tutelare.

Quanto costa la rinuncia all’eredità fatta in tribunale? Sarà necessario pagare:

  • 16 euro per la marca da bollo da apporre sull’atto;
  • 200 per la tassa di registro (la cosiddetta «registrazione») da versare all’Agenzia delle Entrate tramite modello F23. Il versamento può essere fatto in esattoria, in banca o in posta, nel giorno stesso dell’atto. La ricevuta va poi consegnata presso la cancelleria del tribunale. 

Chi può rinunciare all’eredità

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Le persone che possono rinunciare all’eredità sono gli stessi che hanno il diritto di accettarla.

In caso di successione legittima, a seguito della rinuncia di un erede, se vi sono altri coeredi legittimi, la parte di colui che rinuncia viene suddivisa equamente fra questi coeredi. Se però chi rinuncia ha dei discendenti (rappresentanti), questi subentrano. La rappresentazione ha luogo solo quando l’erede originario che ha rinunciato all’eredità, sia:

  • un figlio del defunto;
  • un fratello o una sorella del defunto.

Facciamo un paio di esempi: 

Alla morte senza testamento di Aldo, rimangono i figli Bruno, Carlo e Dino. Se Bruno rinuncia all’eredità del padre, la sua quota (33,3%) si aggiunge alle quote di Carlo e Dino, che otterranno quindi il 50% ciascuno.

Enrica muore senza testamento, lasciando solo il figlio Francesco. Quest’ultimo a sua volta ha una figlia, Giulia. Se Francesco rinuncia all’eredità della madre Enrica, l’eredità passa a Giulia.

Nel caso di successione per testamento (o successione testamentaria) può verificarsi l’ulteriore ipotesi che il defunto abbia disposto la “sostituzione“, e cioè che, in caso di rinuncia di un erede, gli si sostituisca un altro da lui scelto. Se il defunto non ha previsto la sostituzione, torna ad operare la rappresentazione.

La dichiarazione di rinuncia

A differenza dell’accettazione (che è tacita), la rinuncia, come già detto, va resa davanti al notaio o al cancelliere del tribunale e formalizzata per iscritto.

In particolare, la rinuncia non deve prevedere 

  • nessuna condizione (ad esempio, non si può dichiarare “rinuncio all’eredità a condizione che Carla venda a Matteo i suoi gioielli”)
  • nessun termine (ad esempio, non si può dichiarare “rinuncio all’eredità fino al 31/12/2026)
  • nessuna limitazione (ad esempio, non si può dichiarare “rinuncio all’eredità limitatamente all’auto del defunto, ma accetto la sua casa”)

In caso contrario, la dichiarazione è nulla, e non produce nessun effetto.

Se la rinuncia dell’eredità viene fatta dietro corrispettivo o solo a favore di alcuni degli altri eredi, questo comporta l’effetto contrario, e quindi l’accettazione dell’eredità. Facciamo alcuni esempi:

  1. Alberto, Barbara e Chiara sono tutti chiamati all’eredità di Dante. Si immagini il caso in cui Alberto dichiari di rinunciare all’eredità previo pagamento di 1000€ da parte di Barbara e Chiara. La legge ricollega a questo l’effetto contrario, ossia Alberto accetta l’eredità.
  2. Alberto dichiara di rinunciare gratuitamente all’eredità di Dante, ma solo a favore di Barbara e non di Chiara. Anche in questo caso, si ottiene l’effetto contrario a quello voluto, ossia Alberto accetta l’eredità.

Tempi per presentare la rinuncia all’eredità

Il termine entro il quale va fatta la rinuncia all’eredità dipende se si ha il possesso o meno dei beni ereditari.

Se il chiamato all’eredità si trova nel possesso dei beni, la rinuncia va presentata entro 3 mesi dal giorno dell’apertura della successione (solitamente il giorno della morte del defunto). Passati i 3 mesi senza nessuna comunicazione, si è considerati eredi a tutti gli effetti anche contro la propria volontà.

Chi invece non si trova nel possesso dei beni del defunto può decidere entro 10 anni dal decesso se accettare o meno l’eredità.

La rinuncia all’eredità può essere revocata, sempre nel termine di 10 anni, ma solo se non è stata accettata da altri eredi. Decade, invece, dal diritto di rinuncia il chiamato all’eredità, che ha nascosto o sottratto beni spettanti all’eredità stessa.

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