Il bollo auto è una delle tesse più odiate dagli italiani. Sono molti quelli che non lo pagano, nella speranza di non venire scoperti mai. Quello che forse non sanno è che per riscuoterlo le Regioni (sta in capo a loro, infatti, la tassa sul possesso di un veicolo) hanno un limite di tempo, vale a dire tre anni, trascorsi i quali scatta la prescrizione bollo auto e il contribuente può legittimamente non pagare. Se gli arriva a casa la cartella esattoriale scaduti questi tempi, dovrà allora fare ricorso. Per scoprire i termini, però, è necessaria una visura bolli.
Prescrizione Bollo Auto: Quando Non si Deve Pagare

L'Ente di Riscossione ha tempo tre anni per richiedere il pagamento, dopo scatta la prescrizione bollo auto
Bollo Auto, il Ravvedimento Operoso

Prima di guardare nel dettaglio i termini entro i quali scatta la prescrizione bollo auto, focalizziamoci sul caso di un contribuente che abbia dimenticato di pagare la tassa o non l’abbia fatto perché impossibilitato, ma che poi abbia deciso di rimettersi in pari, senza rischiare le brutte conseguenze dovute all’evasione, come more, sanzioni e non da ultimo il fermo amministrativo del veicolo.
- Innanzitutto il cittadino smemorato può richiedere una visura bolli, per scoprire se ha qualche pagamento arretrato. Lo può fare anche comodamente da casa sua in pochi click.
- Una volta accertato che in effetti si ha ancora un bollo auto da pagare, bisogna verificare da quanto è scaduta la tassa: solo entro i 12 mesi successivi alla data di scadenza si può scegliere la strada del ravvedimento operoso, un sistema che consente di mettersi in regola autonomamente, prima dell’arrivo della cartella esattoriale. Il contribuente che sceglie questa via, pagherà il bollo auto scaduto, più una sanzione ridotta.
- Se invece dalla visura bolli ha scoperto che la tassa arretrata è scaduta da oltre 12 mesi, non gli resta che attendere e sperare che la cartella esattoriale arrivi in ritardo, quando è già scaduta la prescrizione.
Prescrizione Bollo Auto, Quando Scatta

Come detto, la prima cosa da fare quando si ha o si teme di avere un bollo auto arretrato, è scaricare una visura bolli. Solo conoscendo la data di scadenza della tassa non pagata, si può scoprire se siano già scattati i termini della prescrizione bollo auto. Il diritto della Regione a recuperare la tassa, infatti, scade il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello del mancato pagamento. Se questo termine passa senza che l’Ente di riscossione abbia mai inviato alcuna richiesta di pagamento (in tal caso la prescrizione bollo auto si interrompe e riparte da capo), scatta la prescrizione bollo auto.
Facciamo un paio di esempi per maggiore chiarezza:
- Il bollo auto scadeva ad aprile 2015. I tre anni per la prescrizione decorrono a partire dal 1° gennaio 2016 e scadono il 31 dicembre 2018. Se la cartella di pagamento è del 2019, quindi, il bollo auto non va pagato e bisogna presentare ricorso.
- Il bollo auto scadeva ad aprile 2015 e non è stato pagato. Nel luglio 2017 la Regione o l’Agenzia delle Entrate hanno inviato una richiesta di pagamento, che è rimasta inascoltata. A gennaio 2019 arriva la cartella di pagamento: in tal caso la richiesta è legittima, dal momento che la prescrizione non è ancora scattata, dal momento i termini si sono azzerati nel momento in cui è arrivata la prima richiesta di pagamento.
Attenzione però: può esserci una differenza tra la data dell’atto con cui l’ente intima il pagamento e la ricezione della cartella da parte del cittadino. A fare fede è la data di consegna dell’ente di riscossione presso gli uffici postali. Quindi, tornando al primo esempio, se la cartella di pagamento arriva nel gennaio 2019, ma la data di consegna da parte dell’ente è del dicembre 2018, la richiesta è legittima e l’utente non può fare ricorso sulla base della prescrizione.
Prescrizione Bollo Auto, Come Fare Ricorso

Chiarito quando scatta la prescrizione bollo auto, vediamo ora come ed entro quando fare ricorso, se è arrivata una cartella di pagamento illegittima, perché prescritta. Il contribuente ha due strade per presentare ricorso, ma è bene percorrerle entrambe, dato che i termini sono per entrambe di 60 giorni dall’arrivo della notifica:
- La prima strada è quella dell’istanza di sospensione legale della riscossione, da presentare direttamente all’ente di riscossione, che ha 220 giorni per rispondere. Passato questo termine, il ricorso si considera automaticamente accetto e la cartella viene annullata. Se invece l’ente risponde entro i termini, rigettando la richiesta, l’utente può o decidere di pagare la tassa, oppure presentare ricorso al giudice.
- La seconda via è quella giudiziaria: si tratta del ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale competente. Attenzione che i termini per presentarlo sono comunque di 60 giorni dalla notifica e non si fermano nel caso tu abbia presentato l’istanza di sospensione, per questo conviene imboccare subito entrambe le strade
Temi il fermo amministrativo dell’auto o un pignoramento non pagando? Stai tranquillo, durante l’istanza di sospensione (che dura massimo 220 giorni), la cartella si considera sospesa, quindi l’ente di riscossione non può ricorrere ad alcuna forma di tutela del credito.