Ci sarà un motivo se il regime forfettario è la scelta consigliata da molti se si intende aprire una partita IVA. Il regime forfettario piace, e piace ancora di più l’aliquota ridotta al 15%, oltre a varie e significative semplificazioni (niente studi di settore, spesometro, split payment). A confermarlo sono i dati dell’Osservatorio sulle partite IVA del Ministero delle Finanze: tra i contribuenti che hanno aperto la partita IVA nel 2017, il 35,7% ha scelto il regime forfettario al 15%.
Il Regime Forfettario è nato nel 2015 per agevolare tutti quelli che intendono avviare un’attività economica, professionale o commerciale, aprendo la partita IVA. Il regime forfettario è nato a sostituzione dell’ex regime dei minimi al 5%: dal 1° gennaio 2015 il regime dei minimi è cambiato per effetto della Legge di Stabilità, e da tale data è entrato in vigore il nuovo regime forfettario, ossia, un regime contabile agevolato. Ricordiamo a tutti che l’ex regime dei minimi è da considerarsi abrogato, nonostante resti valido per i titolari di partita IVA che lo hanno scelto prima del 2015.
Ma a differenza dell’ex regime dei minimi, il regime forfettario è aperto anche alle vecchie Partite IVA. Nella pratica, il regime forfettario permette ad autonomi e freelance, entro determinate fasce di fatturato, di pagare un’unica imposta sostitutiva del 15% e non del 23-27% come con una partita IVA ordinaria. Condizioni molto convenienti quindi per artigiani, piccoli commercianti e professionisti, sempre più oppressi dall’elevata pressione fiscale.
Niente spesometro e niente studi di settore, aliquota al 15%. Wow, dove devo firmare? Scopriamo allora quali sono i requisiti per il regime forfettario 2018