Un tecnico potrà verificare l’effettiva consistenza delle difformità e le eventuali variazioni da apportare presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate – Territorio.
La difformità è di lieve entità se non comporta una variazione al numero di vani, un cambio di destinazione d’uso (anche parziale) o aumento della superficie calpestabile. In generale, sono considerate difformità lievi quelle non comportano una modifica della rendita catastale. Ad esempio, la posizione di una porta interna si discosta leggermente dalla planimetria.
In questi casi, non si rende necessario presentare un aggiornamento della planimetria, ma in caso di compravendita è possibile incaricare un tecnico abilitato per la redazione di un attestato di conformità, nel quale il tecnico dichiara la rispondenza tra stato di fatto e dati catastali, sollevando notaio e venditore dalla responsabilità della dichiarazione.
La situazione cambia se ci sono difformità rilevanti. È il caso, ad esempio, di un immobile che è stato oggetto di ristrutturazione, portando modifiche alla disposizione e al numero dei vani, ad esempio il soggiorno e la cucina sono stati uniti in un unico, grande ambiente.
Se i lavori sono stati autorizzati mediante l’apposito titolo abilitativo in Comune, ma non è stata modificata la planimetria catastale, occorre effettuare una variazione.
La normativa edilizia prevede che entro 30 giorni dalla fine dei lavori la planimetria presente in Catasto deve essere aggiornata, ricorrendo alla procedura telematica chiamata Docfa. Nel caso in cui si supera il termine di 30 giorni, la situazione va regolarizzata attraverso il ravvedimento operoso: oltre al costo della variazione catastale, ci sono da pagare delle sanzioni per ritardato aggiornamento tra 103,20 euro e 172 euro.
Se invece sono state effettuati dei lavori ma senza richiedere il titolo abilitativo comunale, tantomeno l’aggiornamento della planimetria in Catasto, c’è una difformità: sia urbanistica che catastale. Il tecnico presenterà una sanatoria in Comune per regolarizzare lo stato urbanistico-edilizio dell’immobile e successivamente procede alla variazione della planimetria catastale.
In ultimo, su un immobile sono state eseguite modifiche interne senza il titolo abilitativo in Comune, ma la planimetria in Catasto è stata aggiornata. Il tecnico, per eliminare la difformità urbanistica, presenterà la pratica in sanatoria agli uffici comunali.